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Un “amore proibito” tra Sakamoto e David Bowie

Esistono musiche senza tempo. Brani dei quali si fatica a capire l’origine: possono essere stati scritti secoli fa o nel futuro più lontano, rimanendo intatti nella loro attualità e bellezza. Melodie che poco importa se nate da Bach, Pink Floyd, Mozart o U2. Rimangono costantemente nuove, capaci di smuovere forti emozioni.

Temi come “Also spracht Zarathustra” di Richard Strauss, “La Cura” di Franco Battiato (di cui ho scritto qui) o come “Forbidden Colours” di Ryuichi Sakamoto.

Nato a Tokyo, nel 1952, Ryuichi Sakamoto coniuga alla perfezione, come ogni buon giapponese, il nobile passato del Sol Levante con il futuro più ciberneticamente tecnologico. La sua formazione ed estrazione oscilla tra il Jazz e l’elettronica; basti pensare alla sua band d’esordio, la “Yellow Magic Orchestra”, un gruppo pioniere nella sperimentazione musicale, che anticipa le sonorità quantizzate e computerizzate divenute il marchio di fabbrica degli anni ’80, i suoni a 8 bit del mondo dei videogame e incalzanti sequenze musicali saccheggiate negli anni a venire nell’universo degli anime.

Allo stesso tempo, come un giardino zen a due passi dalla megalopoli, ecco una poetica e una musicalità fortemente debitrice alla musica tradizionale giapponese con le sue delicate, trasparenti melodie e i suoi strumenti misteriosi, come il koto o lo shamisen.


Il film: Merry Christmas Mr. Lawrence

Dopo diversi lavori negli anni ‘70 con la band e ad inizio anni ‘80 anche in veste solista, ecco la svolta. Tutto grazie a un film, “Merry Christmas Mr. Lawrence” (in italiano “Furyo”, uscito nel 1983 e da Nagisa Oshima), nel quale Sakamoto ebbe doppio ruolo di compositore della colonna sonora e, inaspettatamente, attore. 

Accanto a lui nella pellicola un partner d’eccezione, uno dei grandi geni della musica rock di tutti i tempi: David Bowie. Il cantante, musicista e attore britannico è all’apice del suo genio talmente esplosivo da non limitarsi alla sola musica, ma riuscendo a passare dal Rock al cinema con disinvoltura e credibilità tra un disco e l’altro.

“Non ho mai intrapreso la carriera di attore, non è mia intenzione, ma è un dato di fatto che ho recitato in un film per la prima volta con David Bowie, che è stato fantastico. Ed è stata la mia prima musica da film. Due cose veramente nuove arrivate nello stesso momento. Ho Lavorato con David Bowie per un mese, ogni giorno, su una piccolissima isola nell’Oceano Pacifico meridionale. Per un mese!” (Ryuichi Sakamoto)

Ryuichi-Sakamoto e David-Bowie sul set del film

La storia di “Merry Christmas, Mr. Lawrence” riguarda un amore proibito, un “forbidden colour”, tra il capitano Yonoi (interpretato da Sakamoto), a capo di un campo di prigionia giapponese nel 1942, e il prigioniero neozelandese Jack Celliers (David Bowie).

Trama e musica si legano semanticamente all’espressione giapponese “kinjiki”, dove “kin” sta per “illecito” e “jiki” può significare al tempo stesso “colore” e “amore fisico”.


La colonna sonora: Forbidden Colours

Una collaborazione musicale tra i due grandi artisti sembrava dietro l’angolo, aiutata dal clima di amicizia e rispetto reciproco che si era creato nel set. Tuttavia Bowie non interverrà nella colonna sonora del film, ancora da definire durante le riprese:

“Non avevo ancora iniziato a lavorarci, ero totalmente concentrato sulla recitazione. Ho anche esitato a chiedere a David di lavorare con me sulla musica in quel momento, perché sembrava molto concentrato sulla recitazione”. (Ryuichi Sakamoto)

Sarà un amico di Sakamoto, David Sylvian, cantante britannico come Bowie, a prendere in mano le redini del brano e a trasformarlo in quello che conosciamo ora. Esponente del Glam Rock con la band Japan (ennesima coincidenza), nel 1983 Sylvian è in totale crisi creativa dopo lo scioglimento del gruppo.

Ryuichi Sakamoto & David Sylvian “Forbidden Colours”

“Non ero sicuro in quale direzione muovermi. Non ho scritto nulla per po’ di tempo ed era insolito per me. Poi Ryuichi mi ha dato “Forbidden Colors” su cui lavorare. All’improvviso il flusso di scrittura ha iniziato scorrere e nuovo materiale ha iniziato ad arrivare”. (David Sylvian)

Sylvian cominciò a lavorare al brano, a costruirci un testo enigmatico, carico dei dubbi e dei sentimenti dell’artista e, allo stesso tempo, quasi inafferrabile, come fosse anch’esso un “forbidden colour”. Definì una linea vocale sulla quale la sua voce, calda e baritonale, potesse muoversi attorno al tema portante senza involgarirlo, una melodia che sottostà alla bellezza del tema musicato da Sakamoto.

Ryuichi Sakamoto & David Sylvian

Un rispetto tipico della cultura orientale, una delicatezza artistica che valorizzerà il brano e che porterà al successo entrambi gli artisti. Sia Sylvian che Sakamoto, musicisti lontani dai meccanismi per certi versi discutibili del music business, incideranno più volte e in più versioni “Forbidden Colours”. Un brano profondo e toccante, senza tempo, affascinante e sfuggente come un colore proibito.

Ryuichi Sakamoto “Forbidden Colours” (piano solo)

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