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La funzione della musica

musica vilini

La nostra quotidianità è piena di musica, infinitamente di più rispetto al tempo in cui vivevano i grandi pensatori del passato. La musica, diceva Aristotele (IV sec a.C.), non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici: può servire all’educazione, per procurare la catarsi, per la ricreazione, il sollievo e il riposo dopo lo sforzo.

Avvicinandoci ai nostri giorni, illuminante e severo il commento che a riguardo ci ha lasciato il filosofo e sociologo Thedor W. Adorno nel suo libro “Introduzione alla sociologia della musica” pubblicato nel 1962.

La questione relativa alla funzione della musica nella società moderna viene posta in relazione all’uso quotidiano, anzi di “routine quotidiana” che ne fa l’uomo-massa, l’uomo ingranaggio della gigantesca società massificata. La musica è un’arte, ma Adorno sostiene che «il tipo di coloro che intendono la musica come passatempo è di gran lunga più diffuso». Questo toglie il valore estetico della musica come opera d’arte che non viene più percepita come tale, arrivando al concetto di perdita del “peso specifico dell’arte”.

Thedor W. Adorno

Secondo Adorno la principale funzione della musica nella società di massa è legata al concetto di passatempo quale veicolo di piacere: «non a caso la musica più consumata, quella appartenente alla sfera “leggera”, è sempre accordata su un tono di diletto, dove il mondo minore è una spezia elargita raramente».

E ancora, musica come consolatrice, un conforto alla comunità solitaria: Adorno vede nella musica il suono di una voce della collettività massificata, capace di far sentire uniti i singoli che la compongono. Musica che poi diviene, inevitabilmente, un pretesto del settore produttivo: musica usata per vendere, musica che diventa pubblicità, bene di consumo. Un’opera d’arte quasi profanata, sfruttata.

Adorno parla anche del feticismo che coinvolge tutti i beni di consumo in generale e quelli musicali in particolare. Era il 1962, chissà cosa direbbe oggi che salviamo nelle nostre playlist centinaia di dischi e canzoni, accumuliamo centinaia, migliaia, di ore di musica pur sapendo che non avremo mai il tempo di ascoltarla.

«La funzione della musica oggi non è poi affatto così diversa da quello dello sport, non meno enigmatica nella sua ovvietà. In effetti il tipo dell’intenditore di musica che sul piano della reazione fisica misurabile risulta un intenditore, si avvicina al tipo del tifoso sportivo. Studi approfonditi sui frequentatori abituali degli stadi e sugli ascoltatori della radio che hanno la mania della musica potrebbero rivelare analogie sorprendenti».

Per molti cosiddetti uomini di cultura sembra che dopotutto parlare e leggere musica sia più importante della musica stessa.

Thedor W. Adorno

Una visione che ci risulta severa, estrema; forse perché, purtroppo, vera?  

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