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Venus, una cover nella cover: da Oh Susanna alle Bananarama

«She’s got it, yeah baby she’s got it. I’m your Venus, I’m your fire, at your desire» impossibile resistere a questo ritornello, si inizia a battere il tempo e il gioco è fatto! È “Venus” delle Bananarama, il trio femminile britannico composto da Sara Dallin, Siobhan Fahey e Keren Woodward, che nel 1986 ha scalato le classifiche di tutto il mondo con questa super hit Pop-Rock Dance.

Un successo tutto Europeo, prima che Inglese, Olandese: “Venus” è una canzone originariamente scritta e interpretata nel 1969 dal gruppo olandese Shocking Blue. Già all’epoca un grandissimo successo tanto da raggiungere la posizione numero 1 della Billboard Hot 100 il 7 febbraio 1970.

Shocking Blue – “Venus” (1969)


Scritta da Robbie Van Leeuwen, chitarrista degli Shocking Blue, come omaggio a Venere, la dea dell’amore, contiene un enorme errore nel testo, passato alla storia. Il primo verso nelle sue intenzioni doveva significare “La divinità sulla cima della montagna” ma tradusse “divinità” non con la parola “goddess” ma con “godness. Un errore di cui non si è accorto nessuno, nemmeno la cantante Mariska Veres che in sala di registrazione l’ha cantata così. Le versioni successive sono state corrette, ma la prima incisione ufficiale salita in vetta alle classifiche inizia con un grande refuso. (Mi consolo, i refusi sono sempre tremendamente in agguato!)

I colpi di scena sono appena iniziati. “Venus” non è tutta farina del sacco di Robbie Van Leeuwen che si è “ispirato” ad una canzone pubblicata nel 1963 dai Big 3, un trio (era destino) Folk americano di cui faceva parte anche Cass Elliot prima di entrare nei The Mama & The Papas. Si intitolava “The Banjo Song” e musicalmente è molto simile a “Venus”, il testo invece è preso dal famosissimo standard Folk “Oh Susanna”. Ascoltarla oggi risulta come un mash-up stranissimo:

Big 3 – “The Banjo Song” (1963)


Ispirazioni, plagi, citazioni, cover… i confini sono molto labili, ne ho già parlato prendendo come esempio i Led Zeppelin che sono stati accusati e citati per plagio molte volte. Agli Shocking Blue non è successo, anche se c’è un’altra “ispirazione” nella loro “Venus”: il riff iniziale di chitarra somiglia a quello di “Pinball Wizard” degli Who, uno dei brani più celebri della loro opera rock “Tommy”.

“Venus” ha venduto tantissimo ed è stato il singolo di maggior successo delle Bananarama che hanno dovuto lottare con diversi produttori per convincerli a farlo incidere. Le tre cantanti erano certe del potenziale di questo pezzo in versione Dance, ma incontrarono la resistenza dei loro produttori e si rivolsero ad un altro trio: Stock, Aitken & Waterman tre maghi della Dance anni ’80 che da pochissimo avevano portato al successo “You Spin Me Round (Like a Record)” dei Dead or Alive.

Bananarama – “Venus” (1986)


“Venus” fu pubblicato nel loro terzo album “True Confession” e il singolo fu accompagnato da un videoclip lanciato da una massiccia programmazione da parte di MTV in tutto il mondo. Le tre Bananarama cambiano più volte costume e ambientazione: divinità greche, vampire, sacerdotesse, arrivando persino a ricreare la scena de “La nascita di Venere” di Botticelli. Iconico anche il balletto, ideato dal coreografo italiano Bruno Tonioli.

Un successo quasi senza tempo che negli anni è stato reinterpretato da molti artisti, è stato utilizzato come colonna sonora di diversi film, show televisivi e pubblicità. “Venus” l’ha rifatta anche Mina! È una traccia del suo album “Sì, buana” uscito proprio nel 1986. Una Mina in versione decisamente Rock, assolo di chitarra distorta incluso. Pazzesca e inaspettata, ascoltate:

Mina – “Venus” (1986)


“Venus” non è stato il solo brano degli Shocking Blue ad aver raggiunto il successo molti anni dopo grazie ad una famosissima cover. Proprio nell’album “At Home” del 1969 c’era anche “Love Buzz” famosa per essere diventata nel 1988 il singolo di debutto dei Nirvana, gli Shocking Blue erano uno dei gruppi preferiti del bassista Krist Novoselic.

Il singolo “Love Buzz” dei Nirvana conteneva anche il brano “Big Cheese”. Inizialmente furono messe in commercio soltanto 1000 copie numerate del 45 giri, realizzate in vinile nero. In seguito, cominciarono a circolare anche dei bootleg riprodotti su vinile colorato. Entrambe le canzoni faranno poi parte di “Bleach”, album con cui il gruppo di Seattle esordì nel 1989.

Shocking Blue – “Love Buzz” (1969)
Nirvana – “Love Buzz” (1988)

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2 Comments

  • Reply
    Francesco Negri
    21 Luglio 2020 at 21:07

    A proposito dell’errore relativo a “godness”, ascoltando la versione “dal vivo” degli Shocking Blue sembra che la cantante canti la parola sbagliata, si vede che stava cantando in playback sulla prima versione registrata oppure che non si fossero ancor accorti dell’errore 🙂

    • Reply
      Angela Forin
      22 Luglio 2020 at 18:50

      Giusta e attenta osservazione! 🤓🕵️‍♀️

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