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Quando la musica si tinge d’orrore

film psycho shower scene


Siamo nella settimana di Halloween e anche Musicologica si tinge di orrorifiche sonorità. La Musica può far paura? Sì, lo sappiamo, sicuramente ci è successo. La Musica è una delle arti che più ha la capacità di provocare emozioni: dalla gioia alla malinconia, dalla commozione alla tristezza. Come ci riesce?

La risposta più semplice è perché associamo alcune musiche a momenti per noi significativi e riascoltarle rievoca in noi quei ricordi e quelle emozioni. Ci sono però casi in cui una melodia provoca istantaneamente delle emozioni già dal primo ascolto, la stessa emozione in persone diverse con background diversi.

Ad esempio, è quello che succede per le musiche dei film horror: melodie che abbinate alle immagini, ma anche solo ascoltate, suggeriscono all’istante in tutti noi qualcosa di “strano”, pauroso. Qui entrano in campo due grandi (enormi) temi: la Musica per Film e la Psicologia delle emozioni.

Della Musica per Film sicuramente vi parlerò ancora e in modo più approfondito, per ora mi limito alla considerazione per cui la funzione principale della musica che accompagna il film è quella di riflettere nella mente dell’ascoltatore il clima della scena e suscitare più rapidamente e intensamente nello spettatore il susseguirsi delle emozioni della storia narrata nel film.

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La storia della Musica per Film è costellata di colonne sonore che hanno contribuito a rendere ancora più agghiaccianti gli horror: dal brano “Tubular Bells” di Mike Oldfield, tema principale della colonna sonora de “L’Esorcista”, a “The Shining” per l’omonimo film di Kubrick o la musica che precedeva e accompagnava l’attacco marino de “Lo squalo”. Musiche cupissime, inquietanti, che solo a risentirle fanno venire in mente attimi da brivido.

Come si suscitano le emozioni? Studi di Psicologia hanno raccolto dati e formulato teorie individuando le emozioni come esperienze complesse, causate da eventi scatenanti che comportano delle modificazioni fisiologiche; comportamenti espressivi sia involontari che intenzionali, comuni a tutti gli uomini.

La paura, ad esempio, è l’emozione che si prova come reazione al pericolo, che sia fisico o immaginato. Ci si sono anche paure innate dovute a stimoli fisici intensi (dolore o rumore); oggetti, persone nuove o eventi inaspettati; situazioni di pericolo (precipizio, buio, solitudine); altri esseri animati che si dimostrano aggressivi. Quando proviamo paura ci sentiamo allarmati, il nostro corpo si tende, il viso impallidisce, gli occhi si dilatano.

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L’autore della colonna sonora del film “Psycho” (quel famosissimo “zin zin zin” che viene subito alla mente) è Bernard Herrmann. Curiosità: sempre sua è la musica che fischietta l’infermiera nella celebre scena di “Kill Bill vol. 1”. Una citazione di Tarantino alla colonna sonora del thriller psicologico “Twisted Nerve” (Nervi a pezzi) del 1968.


Come riesce una musica a far suscitare la paura? Potrà risultare difficile o quantomeno strano a chi non è musicista, ma l’effetto empatico tipico della musica horror è determinato da una serie di tecniche di composizione come particolari successioni armoniche e melodiche, strutturali e ritmiche. Dei modelli consolidati che riescono a suscitare disagio e tensione, ancor più amplificate se abbinate a particolari immagini.

Una di queste “tecniche” e punto di partenza per la composizione di un brano è la scelta della tonalità e di norma la musica horror è strutturata su tonalità minori. Nella grammatica musicale la tonalità è un sistema di principi armonici e melodici che ordinano le note e gli accordi (più note suonate insieme) in una gerarchia di tensioni ed equilibri. Ad esempio, si può scegliere di costruire una melodia a partire dalla scala di La Maggiore oppure di La Minore. Le note della scala e gli accordi costruiti su di esse dovranno poi obbedire a delle leggi che li pongono necessariamente in relazione rispetto alla tonica (la nota che definisce la tonalità di una scala o di un brano musicale, attorno alla quale tutte le altre gravitano).

Questa è una scelta fondamentale che compie il musicista nel momento in cui inizia a comporre perché determinerà il carattere del brano, le emozioni che trasmetterà e l’umore che lascerà in chi ascolta. Un po’ come la scelta che compie un pittore quando decide quale colore utilizzare.

Una scelta fondamentale perché il nostro orecchio trova più allegre e spensierate le melodie strutturate su accordi e tonalità maggiori, più malinconiche in tonalità minori. Questo per rapporti di consonanza o dissonanza tra le note e gli accordi con cui vengono poi costruite le melodie musicali che risulteranno più o meno gradevoli all’ascolto. Non è semplice spiegarlo, dovrei entrare in tecnicismi di Armonia, vi lascio l’ascolto di esempi pratici.

Qui trovate tra le più famose colonne sonore di film horror suonate in Maggiore.
Vi risulteranno molto meno paurose e alcune anche divertenti.



Al contrario, sentite come diventa “Happy Birthday” in tonalità minore.
Un compleanno decisamente triste!


Si può arrivare anche all’assurdo di una “Smells Like Teen Spirit” in tonalità maggiore che fa sembrare quasi allegro anche Kurt Cobain. Vi avviso: cliccate “play” a vostro rischio e pericolo, è più paurosa di qualsiasi cosa vi sia successa ieri nella notte di Halloween!

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