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La storia del Rock in una canzone

Era il 1979 quando Neil Young pubblicò “Rust Never Sleeps”, la ruggine non dorme mai. Un titolo che già sa di leggenda per un disco che si apre con il brano My, My, Hey, Hey (Out Of The Blue): in pochi versi Neil Young riassume la storia del Rock, la sua filosofia e il suo futuro.

“The King” is gone but he’s not forgotten
This is the story of a Johnny Rotten
It’s better to burn out than fade away
“The King” is gone but he’s not forgotten
.


ROCK AND ROLL IS HERE TO STAY

Siamo alla fine degli anni ’70 e il Rock ha alle spalle un glorioso passato, ha radici ben salde, ma il tempo passa inesorabilmente con il rischio di arrivare alla “corrosione” artistica. Non per il Rock, non per la vera essenza del Rock, per la sua energia primitiva che sta alla sua base ed è la sua salvezza. Il Rock è come la ruggine e “non dorme mai”.

My, My, Hey, Hey (Out Of The Blue) che apre la prima facciata del disco, viene riproposta in versione elettrica alla fine, con il titolo cambiato in My, My, Hey, Hey (Into The Black) e il testo leggermente modificato. Neil Young voleva sparare in faccia all’ascoltatore tutta l’energia debordante del Rock a volumi assordanti. Nel mondo del Rock se devi dire qualcosa devi dirlo forte, potente e devi dirlo presto.

“THE KING” IS GONE BUT HE’S NOT FORGOTTEN

A Neil Young l’ispirazione per questo brano arrivò sull’onda emotiva della morte di Elvis Presley avvenuta due anni prima, 16 agosto 1977. È il lui “il Re” che se ne è andato, ma che non potrà mai essere dimenticato, come canta nel verso “The King” is gone but he’s not forgotten. La storia del Rock nasce con lui: tutto cominciò da Elvis Presley che si agitava selvaggiamente scuotendo il bacino a ritmo indiavolato.

Erano gli anni Cinquanta ed Elvis svegliò l’America del Dopo Guerra. Era ribelle, irriverente, spudorato e il Rock divenne la colonna sonora di una generazione e di trasformazioni sociali che sono arrivate fino ad oggi.

La nascita del Rock’n’Roll fu la risposta diretta alla nascita di un nuovo soggetto sociale: i giovani. Oggi siamo abituati a considerare i giovani come un mondo con gusti e comportamenti propri, ma prima di allora non era così. Prima della metà degli anni Cinquanta ai giovani non era riconosciuta autonomia culturale e per la prima volta in assoluto nella storia nacque una musica rivolta esclusivamente a loro: ne rivendicava una propria identità, in conflitto con il resto della società.

Stanchi delle consuetudini e con un grande desiderio di libertà, i giovani cominciarono a stabilire proprie regole nell’abbigliamento, nei comportamenti, nelle relazioni sociali e nella musica. Iniziano a scegliere una musica in grado di esprimere i loro desideri. Il Rock’n’Roll nasce dal conservatorismo della Country Music e l’energia ribelle del Rhythm’n’Blues: incarnava l’ambivalenza che sentivano i giovani di allora, divisi tra un distaccamento dal modello parentale conformista e la sfiducia nei simboli del benessere.

I giovani diventano un soggetto sociale ben definito e soprattutto un nuovo soggetto economico da intercettare. L’interesse dei pubblicitari puntò presto verso questa nuova fascia di popolazione in grado, molto più che in passato, di spendere e consumare.

THIS IS THE STORY OF A JOHNNY ROTTEN

Anche se “la ruggine non dorme mai” di acqua sotto i ponti del Rock ne è passata tanta. Con Neil Young e My, My, Hey, Hey (Out Of The Blue) siamo nel 1979, siamo nel momento della storia in cui arriva il Punk a dare uno scossone allo star system del Rock.

“No future” cantavano i Sex Pistols. Nessun futuro, nessuna speranza. Mentre il 16 agosto 1977 Elvis, il Re, si spegneva nella sua dorata Graceland, in Inghilterra esplodeva il Punk. Johnny Rotten, il leader dei Sex Pistols, con tutta la sua carica nichilista e ribelle, faceva a pezzi il mondo di lustrini e paillette che il Rock non era riuscito a distruggere.

Il Punk è il Rock’n’Roll di una generazione senza sogni e senza speranze, che non vede la possibilità di un futuro migliore e prova a cantare la propria rabbia mettendo da parte le buone maniere, scardinando le regole dello show-business.

Con Woodstock e la fine degli anni Settanta era finita l’era d’oro del Rock. Chiusa la fucina dei grandi ideali e delle rivoluzioni, arrivò l’industria discografica con il chiaro obiettivo di capitalizzare il Rock. Il Rock degli anni Settanta con la sua forza comunicativa era riuscito ad abbattere molti muri e si era conquistato un posto di primo piano nel panorama culturale e dello spettacolo. Celebrava il suo trionfo cambiando pelle ed entrando a patti con la cultura di massa.

IT’S BETTER TO BURN OUT THAN TO FADE AWAY

Neil Young canta di uno spirito ribelle che nonostante tutto non si arrugginisce, canta il timore di un conservatorismo artistico da cui è possibile salvarsi mantenendo viva l’energia primitiva del Rock. E curiosamente My, My, Hey, Hey (Out Of The Blue) è entrata nella leggenda della storia del Rock anche perché è legata a filo doppio ad un gruppo ed un genere musicale che per molti ha ucciso il Rock: il Grunge dei Nirvana.

Elvis inizia la sua carriera nel 1954 e 40 anni dopo nell’aprile del 1994 Kurt Cobain, leader dei Nirvana, si suicidò. Nella lettera d’addio scritta poco prima di togliersi la vita e trovata accanto al suo corpo, Cobain cita esplicitamente un verso di questa canzone:

Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, come l’etica dell’indipendenza e della comunità si sono rivelati esatti. Non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. (…) A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco (…) e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. (“It’s better to burn out than to fade away”)

Ma il Rock è imprevedibile: nel corso della sua storia sono nati tantissimi generi e sottogeneri, dai più commerciali ai più estremi. Cambia pelle, si evolve e il suo spirito ribelle non morirà mai perché, come canta Neil Young: la ruggine non dorme mai.

Rock and roll can never die
There’s more to the picture
Than meets the eye

My my, hey hey
Rock and roll is here to stay
It’s better to burn out than to fade away
My my, hey hey

Out of the blue and into the black
You pay for this, but they give you that
And once you’re gone, you can’t come back
When you’re out of the blue and into the black.

The king is gone but he’s not forgotten
Is this the story of Johnny rotten?
It’s better to burn out than it is to rust
The king is gone but he’s not forgotten.

Hey hey, my my
Rock and roll can never die
There’s more to the picture
Than meets the eye.
Hey hey, my my.

Bibliografia:
Ernesto Assante e Gino Castaldo “Blues, Jazz, Rock, Pop. Il Novecento americano”, Einaudi, 2004.

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3 Comments

  • Reply
    Salvo Orlando
    29 Maggio 2021 at 10:56

    Complimenti, bel sito e articolo davvero ben scritto, mi ha anche fatto riascoltare tutto “Rust never sleeps” che non sentivo più da un pezzo. Grazie.

  • Reply
    rob zan
    12 Marzo 2024 at 23:10

    Before Elvis there was nothing. ( John Lennon)

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