logica

L’ascolto inconsapevole

Ascoltare musica oggi è un’esperienza quasi quotidiana di vita: possiamo sentirla per scelta o involontariamente ovunque, sia negli spazi comuni di condivisione sociale e persino quando squilla un telefono. L’avvento delle nuove tecnologie ha comportato un cambiamento delle modalità di ascolto e di ricezione della musica che spesso non viene nemmeno percepita e di fatto relegata a semplice sottofondo.

Per “ascoltare” veramente la musica si dovrebbe invece prestarle la dovuta attenzione, coscienziosamente, come accade quando si legge un libro, ad esempio. Ma a differenza dell’uso della vista, che richiede una volontarietà di movimento per utilizzarla, la musica può raggiungere l’orecchio umano senza l’obbligo della concentrazione o dell’esplicito desiderio di sentirla. Per questo motivo risulta difficile riuscire ad estraniarsi da una musica che viene diffusa in un determinato luogo: a differenza di un oggetto visivo, non possiamo “volgerle la schiena”.

La comunicazione musicale a differenza della comunicazione linguistica non ha come funzione primaria quella di trasmettere un significato. Per comprendere ciò che viene detto durante un discorso è necessaria una decodifica costante, mentre per quanto riguarda una musica, una melodia, la ricezione può avvenire anche in maniera distratta e discontinua.


L’opera ha un senso ma non ha un significato, cioè non permette di definire delle relazioni tra significante e significato paragonabili a quelle del linguaggio.

Michel Imberty in “Suoni, emozioni, significati”

La musica più che “significare” trasmette, suggerisce delle emozioni che provocano delle associazioni verbali che nascono dall’interpretazione che ogni ascoltatore fa di un dato brano. La musica ci offre però numerosi esempi di ambiguità percettive che evocano significati complessi e molteplici, tra i quali non è possibile effettuare una scelta netta, ma che arricchiscono e rinnovano ogni volta l’ascolto.

Secondo il musicologo Philip Tagg si possono distinguere tre diversi livelli di comunicazione musicale:

1) strutturalmente conscio/cognitivo: comprende i casi in cui l’ascoltatore si rende conto della presenza della musica e vi presta la sua attenzione;

2) preconscio/affettivo: riguarda le reazioni che la musica ascoltata consapevolmente provoca ad un livello preconscio. È quello su cui Tagg si sofferma maggiormente, in quanto ritiene che qui si trovino le risposte riguardanti il funzionamento comunicativo della Popular Music. Afferma infatti che la musica, a livello preconscio, comunica degli “affects”, cioè emozioni interiori, che spesso non sono spiegabili verbalmente e che non sempre si manifestano in un comportamento esteriore;

3) subconscio/neurologico che si presenta quando degli stimoli musicali provocano delle risposte in un ascoltatore che non si accorge nemmeno della loro presenza. È il caso, ad esempio, del cliente di un supermercato che, anche se non si rende conto del fatto che viene diffusa della musica, adatta il proprio passo a tale stimolo sonoro. Per capire cosa la musica comunichi a questo livello, si tratterà di studiare le risposte neurologiche ed i componenti inconsci attivati dall’ascoltatore.

Molte discipline tra cui le neuroscienze e la psicologia hanno indagato quali siano i meccanismi celebrali alla base di tutte queste operazioni apparentemente facili ed automatiche.

Mentre una delle più note distinzioni delle diverse tipologie dei comportamenti di ascolto musicale “consapevole” è quella stilata dal musicologo, sociologo, filosofo Theodor W. Adorno che trovate all’articolo: Che tipo di ascoltatore sei?


Per un approfondimento:
– Oliver Sacks, “Musicofilia. Racconti sulla musica e il cervello” ed. Adelphi, 2008.
– Philip Tagg, “On the specificity of musical communication. Guidelines for Non-Musicologists” Göteborg: Stencilled Papers from the Musicology Department, 1981.

Immagine di copertina: Lim Heng Swee

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4 Comments

  • Reply
    Marco
    25 Aprile 2020 at 08:56

    Sempre qualcosa di bello

    Grazie👍👍👍👍👍👍👍👍

  • Reply
    CHIARA DOLCINI GAYATRII
    14 Maggio 2020 at 01:40

    Sei sempre molto e davvero interessante,..e com’è vero ciò che scrivi!… <3

    • Reply
      Angela Forin
      14 Maggio 2020 at 08:28

      Grazie davvero Chiara! Se ti interessa l’argomento ti consiglio il libro di Oliver Sacks “Musicofilia. Racconti sulla musica e il cervello” (nel caso tu già non lo conosca). 😉

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