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Attenzione: ascoltare musica è doping

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Il potere terapeutico della musica è attestato da innumerevoli studi. La musica è in grado di modulare l’umore di una persona in diverse modalità: influisce sia nei più semplici contesti quotidiani donando momenti di svago, evasione, compagnia, ma in una prospettiva più ampia ha anche il potere di promuovere la salute e il benessere fisico e psicologico.

I benefici della musica sono tantissimi: aiuta contro i disturbi dell’umore, il disagio psichico, la depressione, deficit di lettura e di apprendimento, l’autismo, la demenza e le malattie neuro-degenerative. L’esercizio muscolare legato all’uso di uno strumento è un’ottima e piacevole terapia riabilitativa per i pazienti che hanno subito lesioni motorie. La musica stimola la consapevolezza interiore, accresce il nostro benessere e migliora il nostro umore; influisce sul battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, il livello di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, e le endorfine.

Su questo e sul perché ascoltare musica ci piace e ci fa stare bene ne ho parlato qui (Perché ascoltare musica ci fa stare bene?) ed è a partire da queste considerazioni che in alcuni casi si è addirittura arrivati al punto di vietare l’ascolto di musica in contesti agonistici per “effetto doping”.

Praticare sport con il giusto ritmo in cuffia aiuta, anche la corsetta al parco non sarebbe la stessa senza musica. Non è solo un fattore di compagnia o di svago, è stato dimostrato che la musica agisce da stimolante: può aiutare a far sentire meno la fatica degli allenamenti e persino migliorare le prestazioni sportive.

LA RICERCA SCIENTIFICA

Come emerso da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “The Sport Journal” svolta da un team di ricercatori coordinato dal Dott. Costas Karageorghis, vice-direttore della Sport and Education of Brunel University di Londra, la musica può avere effetti “dopanti” durante l’attività fisica (trovate l’articolo cliccando qui) .

Il cervello risponde autonomamente a stimoli ambientali esterni, aumentando le capacità connettive neuronali e la produzione di endorfine. Ascoltare musiche con un determinato ritmo può aiutare a controllare e aumentare la velocità, la resistenza alla fatica e ridurre la percezione del dolore. Sono molti gli atleti che ammettono di ascoltare musica prima delle gare, perché può funzionare anche per raggiungere lo stato mentale ottimale.

Secondo questo studio sono cinque le abilità principali che possono essere influenzate dalla musica (qui l’articolo completo)

  • Regolazione dell’arousal
    la musica può essere usata dagli atleti per concentrarsi, attivarsi o rilassarsi. Il ritmo stimolerebbe in particolare le sedi del cervello che governano l’eccitazione come il sistema limbico e reticolare, i testi dei brani invece agirebbero sulla sfera emotiva;
  • Dissociazione
    è un meccanismo utilizzato in psicologia e che qui trova applicazione nella potenzialità della musica, durante un esercizio fisico, di distogliere la mente dalle sensazioni di affaticamento e dalla percezione di fatica, favorendo l’emergere di emozioni positive, piacevoli e divertenti;
  • Sincronizzazione
    gli studiosi parlano di “rhythm response”, ossia la capacità umana innata di sincronizzare i movimenti col ritmo musicale. Questo permetterebbe agli atleti di prolungare le prestazioni, regolare i movimenti, rendendo le performance più efficienti e resistenti, ed ha anche un enorme effetto motivazionale;
  • Acquisizione di capacità motorie
    musica e sport, soprattutto dall’età evolutiva in poi, potrebbero fornire occasione di esplorazione del proprio corpo e incremento della coordinazione dei movimenti;
  • Raggiungimento dello stato di flow
    la musica aiuterebbe l’atleta, prima di una gara, ad entrare in uno stato simile a quello di trance, ossia di maggiore attenzione, motivazione intrinseca, concentrazione, attivando una maggiore presa di coscienza del proprio stato interiore e delle proprie emozioni;

Curioso il caso del campione olimpico Haile Gebrselassie. In una intervista al Guardian dichiara: «”Scatman” era perfetta per correre i 10.000 metri. Ho battuto molti record con la canzone “Scatman”. Fantastica. Se guardi qualche video dei miei record mondiali, la puoi sentire in sottofondo. Era il ritmo perfetto per la corsa».

QUANDO LA MUSICA È VIETATA

Su un piano scientifico la musica può essere considerata un doping naturale e in alcuni casi è stata addirittura vietata. Ad esempio, nella maratona di New York del 2007 era stato vietato l’utilizzo delle cuffiette durante la gara: secondo la federazione americana di atletica, la musica altera le prestazioni e aumenta il rendimento. La Usa Track and Field, ha messo al bando l’uso di auricolari e riproduttori di musica portatile. Le nuove regole sono state giustificate per volontà di non dare “un vantaggio competitivo” a chi corre con la musica nelle orecchie.

«In Italia hanno abolito l’uso delle cuffie alcune federazioni, fra cui quelle di ciclismo, triathlon e ciclismo paralimpico» spiega l’esperto. «La Federazione Italiana Atletica Leggera (Fidal) lo consente in quelle gare in cui non sia in palio un titolo e nelle corse miste è permesso a tutti i concorrenti tranne a quei runner che lottano per vincere un premio. Questo avviene non solo per contrastare l’effetto della musica sulle performance, ma anche per non rischiare contatti proibiti con l’esterno (ad esempio con l’allenatore) e negli sport su strada è importante perché isolarsi può costituire una grave distrazione: magari non si sentono le ambulanze arrivare o le grida di avvertimento di altri corridori riguardo a un eventuale pericolo».

dall’articolo de Il Corriere della Sera “La musica come «doping»: ascoltare canzoni dà una marcia in più a chi fa sport” – link qui

LA MUSICA GIUSTA SECONDO LA SCIENZA

A questo punto la domanda scatta automaticamente: qual è la musica giusta per allenarsi? Quando si corre, ad esempio, la maggior parte delle persone sembra preferire brani intorno ai 160 bpm. Ma recenti ricerche individuano un buon effetto già a 145 bpm: un ritmo più veloce non è motivante. Può incidere anche la velocità del cantato, ecco spiegato il successo in palestra delle canzoni rap e trap.

Se volete sperimentare il dottor Karageorghis, in seguito ai suoi studi su musica e allenamento, ha stilato una lista di brani da abbinare ai vari esercizi:

Mental preparation
“Umbrella” – Rihanna Ft. Jay Zee (89 bpm)

Warm-up activity
“Gettin’ Jiggy With It” – Will Smith (108 bpm)

Stretching
“Lifted” – The Lighthouse Family (98 bpm)

Strength component
“Funky Cold Medina” – Tone Loc (118 bpm)

Endurance component
“Rockafeller Skank” – Fatboy Slim (153 bpm)

Warm-down activity
“Whatta Man” Salt-n-Pepa (88 bpm)


Su Spotify trovate anche la sua playlist “Ultimate Fitness Workout”

Per approfondimenti:
Professor Costas Karageorghis – Burnel University, London

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